
Viviamo un cambio di epoca, non un’epoca di cambiamenti.
Non è un gioco di parole, ma la consapevolezza che ci troviamo a un bivio evolutivo: da una parte l’homo ego-centrico, votato all’apparenza, alla soddisfazione individuale, all’illusione del controllo; dall’altra l’homo ECO-centrico, consapevole di abitare un ecosistema in equilibrio dinamico, dove il NOI prevale sull’IO, e ogni talento trova pieno compimento nella valorizzazione dell’altro.
In questo scenario, parlare di sostenibilità significa molto più che affrontare questioni ambientali o compilare bilanci ESG.
Significa interrogarsi sulla coerenza tra pensiero, parole e azioni; significa costruire, con coraggio, un ponte tra dimensione interiore e azione, collettiva e individuale.
Sostenibilità esterna e sostenibilità interiore
Per anni ci siamo occupati prevalentemente di sostenibilità esterna: l’impatto delle nostre azioni sull’ambiente, sulla società, sull’economia. Ma senza un cambiamento interiore, senza una reale agentività personale, ogni sforzo rischia di diventare estetico, superficiale, inefficace.
La sostenibilità concreta nasce da questa consapevolezza: integrare sostenibilità esterna e interiore in un nuovo paradigma evolutivo.
Un paradigma che riconosce il valore della persona come soggetto in grado di progettare il proprio percorso di vita e di contribuire, insieme agli altri, a una trasformazione collettiva.
Il Personal Ecosystem Canvas: mappa per la consapevolezza
Per accompagnare questo cambiamento servono strumenti concreti. Il Personal Ecosystem Canvas (PEC) è uno di questi: un modello semplice ma potente per comprendere e visualizzare il proprio ecosistema personale. Un modo per domandarsi: chi sono? cosa so fare? in che mondo mi muovo?
Attraverso sette sfere concentriche, il PEC permette di esplorare il sé, le relazioni, i beni, le organizzazioni, le infrastrutture, la cultura e le tendenze globali.
Un percorso di consapevolezza che aiuta a superare la dissonanza cognitiva tra ciò che sappiamo e ciò che non riusciamo a mettere in pratica.
La consapevolezza genera capacità d’azione, l’azione costruisce il futuro.
Dalla sostenibilità della nonna alla competenza globale
La sostenibilità concreta non ha bisogno di tecnicismi, ma di sostanza. Come la cucina della nonna: semplice, autentica, vera.
Serve una nuova alfabetizzazione: alla complessità, al futuro, al senso del limite. Serve una competenza globale, intesa non come accumulo di conoscenze, ma come capacità di pensare e agire per il bene comune.
L’Europa ci propone il GreenComp, quadro di riferimento per le competenze di sostenibilità. Ma forse è tempo di andare oltre: di immaginare un modello, capace di includere valori, pensiero sistemico, intelligenze multiple, coerenza etica, capacità di azione e discernimento nei contesti complessi.
Per un’educazione all’Essere
Educare alla sostenibilità è educare all’Essere, non all’apparire. È aiutare le persone a intraprendere la propria vita in modo consapevole, responsabile, e connesso.
È costruire percorsi formativi che non si limitino alla trasmissione di contenuti, ma che attivino coscienze, scelte, azioni.
In questa sfida si gioca il nostro futuro. Non quello individuale, ma quello collettivo.
Non basta più compilare report o certificare valori. Occorre abitare la coerenza. Scegliere di Essere, piuttosto che apparire.