Modena è una città che ha costruito il suo futuro sul lavoro.

Fabbriche, distretti artigiani, imprese meccaniche e ceramiche hanno fatto della nostra terra un punto di riferimento industriale europeo.
Ma oggi quella storia, pur solida, chiede di essere riletta.
I quartieri produttivi sorti nel dopoguerra – dal Villaggio Artigiano alla Madonnina, dai Torrazzi alla Sacca – mostrano i segni del tempo: capannoni vuoti, spazi poco vissuti, aree produttive isolate dalla vita urbana.
La sicurezza, la qualità della vita e lo sviluppo economico di Modena passano proprio da qui: dalla capacità di rigenerare questi spazi non solo fisicamente, ma anche e soprattutto dal punto di vista sociale e produttivo.
Rigenerare per vivere meglio, non solo per costruire
Rigenerare non significa solo ristrutturare edifici. Significa restituire senso e funzioni nuove ai luoghi.
Sicurezza urbana non è solo controllo e telecamere, ma quartieri vissuti da chi lavora, vive, passeggia, studia.
Sviluppo economico non è solo attrarre grandi aziende, ma creare opportunità di lavoro e innovazione a livello locale, mettendo in rete artigiani, talenti e imprese benefit.
Modena sta già muovendo i primi passi:
- nel Villaggio Artigiano Ovest, dove OvestLab ha avviato una trasformazione urbana e culturale;
- ai Torrazzi, dove le imprese stanno creando una comunità energetica locale per condividere energia rinnovabile;
- alla Sacca dove è in corso un percorso partecipativo per l’uso di un bene confiscato, con riqualificazione dal carattere sociale e comunitario;
- nell’area Manfredini, dove un grande edificio abbandonato sta diventando un hub di servizi, lavoro e ristorazione.
Quartieri che tornano a produrre valore
Immaginiamo quartieri dove il giorno ospita fabbriche, officine digitali e botteghe artigiane, la sera si accendono laboratori culturali e spazi per il quartiere, e durante tutto l’anno si producono beni e servizi che restano nel territorio.
Spazi intelligenti e multifunzionali, gestiti da reti di imprese, enti culturali e amministrazione pubblica, capaci di adattarsi ai bisogni che cambiano.
Non più quartieri dormitori o zone industriali isolate, ma ecosistemi vivi e generativi, dove sicurezza, lavoro e comunità si rafforzano a vicenda, creando interconnessioni e senso.
La metafabbrica: un modello possibile per Modena
Questa visione ha un nome: metafabbrica.
Un luogo che supera la vecchia idea di fabbrica chiusa e monofunzionale, trasformandosi in un quartiere produttivo, culturale e sociale, vivo tutto il giorno e capace di generare valore per chi ci lavora e per chi lo abita.
È un modello che già esiste in altre città europee e italiane, ma che Modena può reinterpretare alla luce della propria storia manifatturiera e della capacità di innovare che da sempre la contraddistingue.
Non serve inventare da capo: la Regione Emilia-Romagna, il PNRR e il nuovo Codice della Rigenerazione Urbana mettono già a disposizione strumenti concreti per finanziare queste trasformazioni.
Ma Modena può fare qualcosa di più: può ridare anima ai suoi quartieri produttivi, trasformandoli in laboratori di comunità, dove lavoro, cultura e socialità si contaminano ogni giorno.
In fondo, è un’idea che porto dentro da tempo, ispirata da chi, come Adriano Olivetti, vedeva l’impresa non solo come luogo di produzione economica, ma come parte viva della società, capace di migliorare la vita delle persone e dei territori.
La mia visione è questa: città, impresa e comunità che non vivono mondi separati, ma che si incontrano e costruiscono insieme valore condiviso, sicurezza reale e futuro.
Idee chiare per agire subito
Per fare questo serve una direzione chiara:
- sviluppare un masterplan che guardi alla valorizzazione e alla rigenerazione dei Villaggi Artigiani, partendo dal lavoro già fatto e dai case history di successo;
- estendere e replicare il progetto di comunità energetica dei Torrazzi ad altri quartieri;
- favorire l’apertura di spazi polivalenti, integrando cultura, sport, lavoro e accoglienza;
- realizzare interventi di sicurezza passiva, che proteggano i luoghi senza trasformarli in zone militarizzate;
- introdurre un piano triennale che coordini pubblico e privato nella gestione dei quartieri rigenerati.
Una città sicura perché viva
Non esiste sicurezza vera senza spazi curati e vissuti.
Non esiste sviluppo economico duraturo senza coinvolgere chi abita e lavora nei quartieri.
Non esiste rigenerazione urbana senza nuove forme di comunità.
Modena ha tutte le carte in regola per diventare un laboratorio nazionale di rigenerazione produttiva e sociale.
Non serve inventare nulla, ma unire le energie che già ci sono, fare sistema e guardare avanti.
Ripartiamo dai quartieri, dai luoghi dove il lavoro e la vita quotidiana si incontrano. Ripartiamo dalle persone e dalle imprese che vogliono costruire insieme la Modena del futuro.