Essere sostenibili: l’edilizia che può cambiare il mondo
L’edilizia è senza dubbio tra i settori industriali con un maggiore impatto sull’ambiente, soprattutto per quanto riguarda le materie prime. È evidente.
Secondo alcune stime da solo questo comparto impiega la metà delle risorse naturali a livello mondiale e più nello specifico l’edilizia è responsabile:
- dell’estrazione del 50% delle materie prime di tutta Europa,
- del 36% delle emissioni,
- del 40% dei consumi energetici,
- del 21% dei consumi d’acqua.
Uno spazio, un immobile o una struttura cambiano e modificano l’ambiente circostante.
L’impatto che hanno può cambiare la qualità della vita delle persone e della natura.
Lo può fare in meglio; lo può fare in peggio.
Ed eccomi qui.
Io che credo nel ruolo sociale, oltre che economico, dell’impresa e che ho scelto di spendermi in questo settore, ora che mi chiedo: è davvero possibile essere sostenibili quando si parla di edilizia?
Un’idea me la sono fatta.
Non penso che sia facile, anzi sono sicuro che sia difficilissimo, ma ci sono indicatori precisi che evidenziano che tale possibilità non è solo possibile, ma può cambiare il mondo.
Ecco perchè ho scelto di lavorare in questo settore.
Ovviamente; io voglio e posso cambiare il mondo, almeno delle persone a cui tengo e che credono in me.
Certo se citiamo le emissioni inquinanti che vengono prodotte nelle varie fasi dell’attività edile, dall’estrazione alla lavorazione sino al trasporto e, ovviamente, alla gestione dei rifiuti derivanti dalla costruzione…
Questa mia convinzione potrebbe vacillare.
Ogni anno, ad esempio, vengono prodotti miliardi di tonnellate di cemento, fra i componenti principali del calcestruzzo, ossia del materiale più sfruttato nelle costruzioni che, a sua volta, produce quasi il 10% delle emissioni di CO2 mondiali.
Questi sono dati, non sono punti di vista o opinioni. È così.
Un solo materiale, quello più usato in edilizia, produce quali il 10% delle emissioni di CO2 mondiale.
Leggendo questi dati è quindi essenziale iniziare a contrastare gli effetti dell’edilizia “tradizionale” e puntare su uno sviluppo che sia più sostenibile.
I fenomeni della sostenibilità ci dicono che “oggi sono tantissime le alternative disponibili ed eco-friendly per progettare, costruire e gestire le strutture”.
Si certo, materiali eco-friendly ce ne sono tantissimi, alcuni anche buoni, ma a quale prezzo?
La sostenibilità poggia su tre pilastri e quindi la sostenibilità ambientale esiste solo se abbiamo sostenibilità sociale e prima ancora se vi è sostenibilità economica.
Se manca anche un solo pilastro non vi è sostenibilità.
Essere sostenibili significa non lasciare indietro nessuno. Essere sostenibili significa pensare a un’edilizia che sia accessibile e fruibile da tutti.
Questo concetto ci tengo a sottolinearlo. È importante, anzi fondamentale.
I dati che ho riportato rendono palese la responsabilità, di cui deve farsi carico il settore delle costruzioni, nella lotta al cambiamento climatico e nel raggiungimento degli obiettivi di tutela ambientale.
Quindi?
Per raggiungere un risultato concreto -e non per rendicontare la propria sostenibilità, utile solo a fare carta- le scelte da compiere e soprattutto da mettere in atto sono molte.
Serve un vero cambiamento che coinvolga l’intero ciclo di vita dell’edificio e dell’ecosistema che gli gravita attorno.
Qui a seguito provo a indicare alcune scelte che aiutano a rendere più sostenibile il settore dell’edilizia. Idee e soluzioni frutto di questi mesi di osservazione e di studio.
- Progettare secondo i principi dell’edilizia sostenibile
Il primo passo per rendere sostenibile l’edilizia è senza dubbio quello di modificare l’approccio alla progettazione di spazi, edifici e infrastrutture.
Una progettazione attenta, anche in ottica di sostenibilità, permette di indirizzare la maggior parte delle altre scelte che ne seguono.
È infatti in fase progettuale che si scelgono i materiali, le metodologie costruttive, gli impianti e le tecnologie a cui ricorrere; oltre che le maestranze da coinvolgere.
È la progettazione che deve:
- studiare il miglior orientamento possibile, la forma e il volume più adeguato,
- scegliere materiali naturali o a basso impatto ambientale,
- simulare il comportamento e le performance dell’edificio,
- individuare quali tecniche costruttive riducono i tempi di cantiere,
- prevedere impianti efficienti, che sfruttano l’energia rinnovabile.
L’edilizia sostenibile, nel concreto, si basa su idee, principi e processi progettuali che permettono di realizzare un edificio che risparmia energia e rispetta l’ambiente.
- Considerare l’intero ciclo di vita di un edificio (LCA)
La fase che impatta maggiormente sull’ambiente -non tutti lo direbbero- è quella di utilizzo. Non deve però essere sottovalutata l’importanza di analizzare a fondo gli impatti causati da tutte le altre fasi.
Esiste uno strumento chiamato Life Cycle Assestment.
È una metodologia che permette di stimare l’impatto di ogni fase di vita dell’edificio.
Dall’estrazione delle materie prime per la realizzazione dei prodotti edili utilizzati, allo smaltimento dei rifiuti da demolizione.
L’applicazione del LCA nell’edilizia comporta l’analisi di un sistema davvero molto complesso e richiede di registrare tutti i flussi di energia e materia connessi al “prodotto edificio”.
Non banale, non semplice.
Oggi però, grazie all’avvento del BIM, è sempre più semplice raccogliere grosse moli di informazioni, analizzarle e comprenderle.
Il LCA è un importante strumento per conoscere il reale impatto di un edificio sull’ambiente e assicura la possibilità di monitorare i risultati attesi quando si progetta secondo le logiche di sostenibilità prima accennate.
- Scelte ecosostenibili anche in cantiere
Nella fase di cantiere possono essere molte le cause di inquinamento e impatto ambientale.
Parlare di scelte ecosostenibili in cantiere significa pensare a come ridurre:
- l’emissione in atmosfera di sostanze pericolose,
- il consumo di energia e di risorse naturali preziose come l’acqua,
- diminuire l’inquinamento acustico,
- gestire correttamente i rifiuti da cantiere.
Ecco quindi che risulta fondamentale gestire il cantiere in modo adeguato, dando importanza ad aspetti come:
- la manutenzione delle infrastrutture utilizzate,
- la pianificazione dei lavori,
- l’installazione di barriere acustiche mobili,
- l’utilizzo di veicoli meno inquinanti,
- la pulizia e l’organizzazione del cantiere,
- il riutilizzo dell’acqua,
- la dispersione di polveri,
- lo stoccaggio e l’isolamento di rifiuti e inerti in contenitori adeguati (così da evitare la loro dispersione).
Come abbiamo già detto, una buona progettazione, insieme alla scelta delle giuste tecniche costruttive, permette la riduzione dei tempi di cantiere e quindi del suo impatto su ambiente e persone.
- Edifici a basso impatto ambientale, domotica e automazione
Quando eseguiamo una progettazione orientata alla sostenibilità, valutando l’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita dell’edificio, è possibile organizzare e gestisce il cantiere in modo sostenibile.
A questo punto non resta che dar vita ad un edificio che consumi la minor quantità possibile di energia.
Gli edifici a elevata efficienza energetica, fulcro dell’edilizia sostenibile, sono edifici con un consumo di energia pari quasi zero e ricorrono alle fonti energetiche rinnovabili.
Anche l’automazione e la domotica sono d’aiuto per migliorare il funzionamento degli edifici, favorendo un controllo accurato degli impianti e del loro funzionamento, programmandone il funzionamento o regolandolo a seconda delle reali necessità rilevate.
Questi sistemi, inoltre, aiutano a rilevare guasti e malfunzionamenti, favorendo una corretta manutenzione del sistema edificio.
- Economia circolare nell’edilizia sostenibile: riciclo e riuso
L’ultimo punto, riguarda l’applicazione dell’economia cirlolare al mondo dell’edilizia.
Una soluzione utile a ridurre l’impatto alla fine del ciclo di vita dell’edificio, che diventa una risorsa.
Una sorta di “magazzino” di materiali e prodotti preziosi e da riutilizzare.
L’economia circolare in edilizia può prevedere il riuso o il riciclo, a seconda dei materiali e delle situazioni, mantenendo queste risorse nel settore edile o, diversamente, trasformandole in materia prima da utilizzare in altri campi.
In tutta onestà però, possiamo dire che ad oggi l’economia circolare non è ancora ampiamente diffusa nel settore edile.
Ad oggi, le pratiche più utilizzate in ambito edile, sono la riqualificazione dell’esistente o il ricorso alla demolizione selettiva.
La demolizione selettiva permette di separare in modo più semplice i materiali e i prodotti, favorendone il recupero.
Seguendo questo concetto di demolizione selettiva, arriviamo alla progettazione di un edificio che comprende anche la pianificazione di come dovrà e potrà poi essere disassemblato.
Un ultimo punto importante: la formazione degli operatori.
La formazione degli operatori, la loro sensibilizzazione al tema ambientale e la predisposizione di regole, leggi e strumenti adeguati sono fondamentali affinché si possano attuare i 5 punti per l’edilizia sostenibile di cui abbiamo parlato.
Troppo spesso, infatti, nell’edilizia c’è una resistenza al cambiamento che dipende proprio da un approccio peculiare alla formazione e alla conoscenza di nuove soluzioni.
Investire in Ricerca e Sviluppo e accompagnare gli addetti ai lavori in un percorso di acquisizione di nuove competenze, è sicuramente l’ultima scelta da compiere per sostenere l’edilizia sostenibile.
Solo attraverso la conoscenza e la comprensione si può applicare un vero cambiamento, progettuale e produttivo, nel settore dell’edilizia.
La sostenibilità passa dalla consapevolezza delle Persone: addetti ai lavori, clienti e comunità.